Santa Maria di Casanova

Il monastero di Santa Maria di Casanova, pur in rovina, racconta un passato di fede, fu edificato dai monaci cistercensi all’alba del XI.

L’escursione religiosa che arriva ai ruderi dell’antico monastero di Santa Maria di Casanova può partire da due vie, l’una situata nella cittadina di Civitella Casanova e l’altra nel paese di Villa Celiera.

La seconda via è segnata sugli odierni sentieri, ma se si vuole ripercorrere l’antica via medievale è la prima la via da percorrere, seppur sterrata e in parte non lineare.

L’antica Abbazia fu costruita agli inizi del XI secolo, quando i monaci cistercensi giunsero in Abruzzo dalla Francia, utilizzando tutte le risorse naturali per alimentare e rendere autosufficiente il monastero, come era uso nel medioevo. La legna abbondante e i corsi d’acqua derivati dal fiume Schiavone aiutarono i monaci nella loro quotidianità.

I monaci allevavano delle greggi da latte, la cui custodia era affidata ai contadini che abitavano nei borghi circostanti l’abbazia, mentre loro stessi coltivavano l’orto e conservavano le scorte di cibo nel magazzino, la Cella, da cui il paese di Villa Celiera prende il suo nome.

In epoca medievale era una struttura imponente, che poteva ospitare fino a 500 monaci: fra le sue mura anche gli amanuensi lavoravano senza tregua, e molti dei codices prodotti nel convento sono ora conservati alla Biblioteca Ambrosiana di Milano, straordinari esempi dell’arte della miniatura.

Ora ciò che resta dell’antico splendore dell’Abbazia lo si ritrova nei ruderi della torre, della chiesa e del chiostro, al cui interno è ancora presente un pozzo che i monaci utilizzavano deviando le acque di un torrente accanto all’edificio.

Un luogo di fede, ricco di storia e cultura, i cui ruderi, nonostante l’incuria e l’azione demolitrice del tempo, ancora riesce a incantare visitatori e fedeli che ogni anno scelgono di percorrere la via un tempo percorsa dai monaci medievali.